Il Rex, il più famoso transatlantico italiano |
Sono passati ottanta anni da quando il Rex conquistò il celebre Nastro Azzurro per il record di velocità nella traversata atlantica e l'anno prossimo ben due mostre, una a Genova, l'altra a New York, ne ricorderanno i fasti. Ma qual'è la storia di questa nave leggendaria?
L'Italia fino agli Anni 30 non
manifestò un particolare interesse nella costruzione di navi transoceaniche in
grado di competere per il Blue Riband. Sotto l'aspetto commerciale i grandi
armatori inglesi Cunard e White Star e quelli tedeschi Norddeutscher Lloyd e
Hamburg Amerika, soddisfacevano ampiamente la richiesta dei passeggeri in cerca
di imbarco sulle ocean liner. A cambiare lo stato delle cose intervenne la
situazione politica nazionale, caratterizzata in quegli anni dal regime di
Benito Mussolini. Il dittatore, aldilà delle convenienze economiche, aveva tra
gli obiettivi quello di dimostrare all'Europa la grandezza dell'Italia e della
sua Marina.
Una delle prime azioni fu quella di
fondere le tre compagnie nazionali in una, con sede a Genova, nominata Italia
Flotte Runite, poi Italia Società di Navigazione, nota all'estero come Italian
Line, per dare via a progetti navali con l'imperativo di sorprendere il mondo
della navigazione per velocità e dimensioni. Vennero commissionati due transatlantici, il Rex e il Conte di Savoia, ma, tra
le due, era il Rex, quello costruito nei cantieri Ansaldo, preparato per la conquista del nastro a
New York.
Il 27 settembre del 1932 tutto era
pronto per il viaggio inaugurale che, pur non registrando il tutto esaurito,
aveva raccolto un buon successo commerciale con 1872 passeggeri prenotati su
2358 disponibili. Le prime ore di navigazione furono incoraggianti, la media
era elevata e la nave rispondeva alle aspettative.
Poi, l'imprevisto. Un guasto tecnico
costrinse il Rex ad ormeggiare a Gibilterra, dove rimase per tre giorni mentre decine e decine di passeggeri decisero di disdire la prenotazione per prendere il treno per la Germania, dove si sarebbero reimbarcati per l'America a bordo della nave tedesca Europa.
La sala radio del Rex |
La scelta non si rivelò molto
indovinata poiché, con loro grande sorpresa, arrivati a New York videro il Rex
già ormeggiato. La nave italiana, nonostante una partenza non proprio
entusiasmante, aveva comunque dimostrato di avere le carte in regola.
Il molo all'altezza della 46esima
strada era pieno di emigrati italiani in festa a salutare e il Rex che si fregiò
di un nastro azzurro lungo ventinove metri, con un nodo per ogni metro a
ricordare la velocità mantenuta nell'impresa, regalo del cap. Giorgio Parodi
dell'aeroclub di Genova.
Con scaramanzia tutta italiana, ai
1.138 passeggeri ospiti a bordo non era stato annunciato che si navigava per il
record.
La presenza di nebbia, inoltre,
aumentò la tensione nel comando di bordo. Gli ufficiali avevano il compito di
aggiornare due volte al giorno via radiotelefono il ministro delle
comunicazioni Costanzo Ciano che, a sua volta, riferiva personalmente al duce.
Finalmente, nonostante la nebbia e le
condizioni meteo non ottimali, alle 4.40 di mattina del 16 agosto 1933 il faro
di Sandy Hook era stato doppiato. La gioia esplose a bordo e la sfortuna (e la
brutta figura) del primo viaggio era già dimenticata.
Il Rex entra nel porto di New York City il 16 agosto del 1933 |
Il Rex conservò il primato per un paio
d'anni fino a quando le 81.000 tonnellate della S.S. Normandie spinte dalle
turbine elettriche non sfiorarono i trenta nodi di media nel 1935.
Il transatlantico italiano non ebbe
mai un grande successo commerciale e, come nel giorno del record, le
prenotazioni di media coprivano all'incirca la metà della disponibilità. La
perdita del primato peggiorò la situazione. Il Rex e la sorella Conte di
Savoia continuarono il loro servizio senza particolare clamore sino allo scoppio
della Seconda Guerra Mondiale. Per proteggere le due ammiraglie durante il
conflitto, fu decisa la loro sosta nei porti nazionali. ll Rex ormeggiò a
Trieste, dove rimase sino al 5 settembre del 1944 quando, durante uno
spostamento verso la costa slovena fu attaccata dai bombardieri inglesi della
Raf.
Sulle motivazioni dello spostamento e
di quell'attacco è stato detto e scritto molto (doveva autoaffondarsi in rada
su ordine dei tedeschi per bloccare l'ingresso al porto di Trieste? Stava
cercando rifugio sul litorale sloveno per nascondersi agli alleati? Fu una
sorta di "vendetta" trasversale di tedeschi e inglesi contro il
vascello italiano, reo di aver strappato a entrambi il nastro azzurro?).
Interrogativi, più o meno fantasiosi, che ancora oggi generano dubbi. Resta il
fatto che, dopo quattro giorni di fiamme, l'avventura del Rex era finita.
Il Rex in fiamme al largo di Trieste nel 1944 |
Un po' di errori: il Conte di Savoia fu costruito a i cantieri di Monfalcone (Trieste), fu bombardato dalla RAF nel porto di Venezia.Il cap Giorgio Parodi dono' una bandiera azzurra lunga 29 metri (senza nessun nodo). Il Normandie era di 80.000 tonnellate. Il Rex rimase incagliato difronte a Capodistria, quindi non poteva spostarsi e fu attaccato il 7 ed 8 settembre del 1944 da 3 assalti e colpito ed incendiato da 64 razzi e 4000 colpi di cannoncino. Brucio' per 4 giorni e si adagio' sul lato sinistro sul basso fondale. Fu demolito a pezzi dal 1948 al 1957. Rimane ancora una delle 4 eliche in bronzo del peso di 17 ton e diametro 5 metri.
RispondiEliminaAncora un errore: nella traversata atlantica del nastro azzurro l'arrivo era il doppiaggio della nave faro Ambrose (di colore rosso) e non il faro di Sandy Hook. Durante il viaggio inaugurale il guasto fu all'apparato di generazione energia elettrica e la nave si fermo al largo di Gibilterra. Anche il Conte di Savoia ebbe un guasto nel viaggio inaugurale circa 1 mese dopo il Rex, e rischio' l'affondamento per la mancata chiusura di uno scarico a mare, risolto da un marinaio che si immerse e riusci' a tamponare la falla.
RispondiEliminaGrazie agli anonimi per le correzioni e le integrazioni, qualcuna superflua, ma va bene così. Per quanto riguarda l'arrivo del Blue Riband non ho mai affermato che fosse al faro di Sandy Hook, ho solo riportato che alle 4:40 quel faro era stato doppiato. La storia della nave faro Ambrose l'ho raccontata qui: http://www.francescoargento.it/the_blue_riband.html
RispondiEliminaall the best, Francesco Argento