venerdì 2 marzo 2012

La Statua della Libertà

Benvenuti a New York
La storia della Libertà Che Illumina Il Mondo, questo il nome completo dell'opera, ha inizio nel 1865, durante una cena nei pressi di Versailles in Francia, quando lo scultore francese Fredric Auguste Bartholdi e il suo amico parigino, il professore di diritto e futuro senatore repubblicano, Edouard De Laboulaye, cominciarono a discutere l'idea di regalare agli Stati Uniti una statua che celebrasse l'amicizia tra le due nazioni e, al tempo stesso, commemorasse l'indipendenza conquistata da entrambi i popoli. Per sancire l'unione, non solo simbolicamente, si stabilì nelle premesse che al monumento vero e proprio avrebbe provveduto la Francia mentre l'America si sarebbe impegnata nella costruzione del piedistallo.

Lo scultore francese Bartholdi in copertina del Frank Leslie Illustrated Newspaper
Lo scultore, affascinato dalla scultura monumentale, era stato in Egitto nel 1855 e il legame artistico con queste opere (ispirato dalla sua passione per il leggendario Colosso di Rodi) si rafforzò nel 1869 quando vi tornò nuovamente per esaminare la proposta di una statua faro da collocare sul Canale di Suez. L'opera non venne mai commissionata, ma servì a gettare le basi per l'idea di Miss Liberty. Nella mente dello scultore prendeva corpo l'aspetto che avrebbe dovuto avere la statua e, come riferiscono le biografie francesi, ne realizzò un modello in bronzo alla fine del 1870 (oggi nel parco dell'Acclimattion di Parigi) per poi prepararne nel 1875 un modello di gesso di quella che sarebbe diventata l'icona della libertà. Lo scultore e il senatore erano così convinti della bontà dell'iniziativa che decisero di fondare un comitato promotore per la raccolta dei fondi attraverso lotterie, spettacoli ed aste.
Rappresentanti americani e francesi dell'arte, della politica e del giornalismo, parteciparono ad un banchetto all' Hotel du Louvre il 6 novembre del 1875, data che segnò il primo passo nella realtà del progetto di De Laboulaye e Bartholdi.

Bartholdi al lavoro per Miss Liberty nel suo atelier francese
Tra le prime donazioni ci fu quella della città di Parigi, che versò la somma di 2.000 dollari. Raccolti i primi fondi e con l'incoraggiamento dato dall'entusiasmo che la sottoscrizione aveva suscitato, la sede dei lavori venne individuata nell'atelier della ditta specializzata Gaget & Gauthier al n. 25 di Rue de Chazelles. Il nome della fonderia sarà all'origine della parola anglosassone "gadget" che negli USA indica quei piccoli oggetti, accattivanti ma di scarsa utilità, entrati oramai nella vita quotidiana.
La statua finalmente cominciava a prendere forma nell'atelier parigino e gli operai francesi mostrarono tutti un grande entusiasmo nel partecipare alla realizzazione.
Nella primavera del 1876, a pochi mesi dal centenario dell'indipendenza degli USA, i lavori erano però ancora molto indietro e i fondi esauriti.
Bartholdi però era un uomo tenace e il suo spirito d'artista non lo abbandonava mai. Decise di ripartire per l'America, dove era già stato nel 1871 ottenendo molti consensi politici alla sua proposta ma nessun aiuto economico.

La Statua della Libertà inaugurata a Parigi 
Le cose però cominciavano a maturare anche oltreoceano. In un giorno di gennaio del 1877 al Century Club di New York, su invito del senatore William M. Evarts, venne costituito insieme d altri notabili della città il "Il Comitato Americano per La Statua della Libertà", istituzione a carattere permanente. I componenti, dagli inziali 114, arrivarono in poco a tempo ad essere 402, con rappresentanti di diversi stati. Evarts si impegnò particolarmente, creando un sottocomitato di appoggio politico all'iniziativa e, il 22 febbraio del 1877, il Congresso con il sostegno del Presidente Hayes fece passare la risoluzione di accettazione e futura manutenzione della statua.
Nello stesso testo vennero individuate due possibili collocazioni, l'isola di Bedloe e quella nota come Governors Island, entrambe nella baia del porto di New York. Incaricato di scegliere il sito fu il generale Sherman che, con l'incoraggiamento del comitato, designò la Bedloe Island come futura casa di Miss Liberty.
La novità del secondo viaggio americano di Bartholdi era che lo scultore non sarebbe andato a mani vuote, ma sarebbe stato raggiunto dall'avambraccio destro della statua, completo di mano e fiaccola.
La torcia esposta a Philadelphia

Questo "pezzo di Libertà" avrebbe fatto il giro di molte città americane, tra cui Filadelfia in occasione della Centennial Exhibition, dove i cittadini curiosi pagarono volentieri il mezzo dollaro di biglietto per salire la scala a chiocciola ed affacciarsi sulla ringhiera che circonda la fiamma.
Anche in Francia la strategia dell'esposizione parziale dell'opera riscosse un buon successo. La testa e la spalla suscitarono grandi emozioni all'Esposizione Universale di Parigi del 1878.
L'ingegnere francese Gustave Alexandre Eiffel, padre della omonima torre, subentrò nella progettazione dello scheletro all'architetto Eugene Viollet-le-Duc venuto a mancare nel 1879. Eiffel porterà nella statua la genialità di un telaio in ferro dalle caratteristiche duttili e, al tempo stesso, solidissime. Soluzioni già in parte applicate alla fine del 1600 dallo scultore italiano Giovanni Crespi, autore della celebre statua di San Carlo Borromeo ad Arona (CN), visitabile al suo interno, alta 36 metri e nota come il "Sancarlone".
L'atto finale, e decisivo, per la realizzazione del sogno di Bartholdi e De Laboulaye è l'organizzazione da parte del Governo Francese nel 1880 di una lotteria con premi molto ricchi, che ebbe grande riscontro popolare. Il grande giorno, finalmente, arrivò. Il 4 luglio del 1884 la Signora della Libertà venne inaugurata a Parigi, con tanto di cerimonia di consegna al governo americano.
C'era ancora un problema da risolvere. Il trasporto.
La marina francese mise a disposizione la fregata Isere che, salpata da Rouen, entrò nel porto di New York il 17 giugno del 1885, con a bordo il suo carico di 214 casse contenenti i 350 pezzi di Libertà e venne accolta nella baia dell'Hudson dalla nave americana S.S. La Flore con un colpo di cannone a salve e da altre unità americane tra cui la USS Omaha e la USS Alliance.
Tutto sembrava andare per il meglio per Miss Liberty, ma le cose si complicarono di nuovo.
Se la Francia raccolse con relativa rapidità i fondi necessari alla costruzione, gli americani furono molto più restii a sborsare i dollari necessari per costruire il basamento e riassemblare l'opera.
Il governo americano, al momento di affrontare la questione dal lato economico, reagì freddamente, ritenendo che solo la città di New York avrebbe beneficiato della statua e non l'intera nazione. Lo stesso stato di New York si rifiutò di stanziare i fondi. A salvare la situazione, anche stavolta, provvide l'entusiasmo e l'impegno di un intellettuale, l'editore Joseph Pulitzer, fondatore del quotidiano New York World che iniziò sulle sue pagine una battaglia affinché la fiaccola potesse illuminare il porto di New York e il mondo intero. Pulitzer si battè con tutti i mezzi per sensibilizzare l'opinione pubblica, cercando di diffondere l'idea che quella statua e il suo spirito simbolico rappresentavano l'America tutta, e non una città sola.

Joseph Pulitzer, giornalista e filantropo
Ad una crescità di popolarità personale e del suo quotidiano non corrispose però la generosità da parte della popolazione di New York, al punto che altre città, tra cui San Francisco, Filadelfia e Boston, si resero disponibili ad accollarsi i costi dell'installazione purché Miss Liberty venisse eretta nel loro territorio.
Boston fu quella che fece i passi più concreti, arrivando a costituire un comitato locale che prese contatto con la Francia per verificare la fattibilità formale della eventuale nuova collocazione.
Fatto che, se fosse avvenuto, senza nulla togliere alla bellezza di quella città, avrebbe compromesso in maniera deifinitiva quel significato di accoglienza e di speranza per chi arrivava nel porto di New York in cerca di fortuna nel Nuovo Mondo.
Pulitzer però non aveva alcuna intenzione di mollare.
Dalle colonne del suo quotidiano partirono continui attacchi alla mentalità ristretta e provinciale di chi ignorava il grande gesto che la nazione francese aveva fatto nei confronti dell'America. L'editore lanciò una sottoscrizione invitando chiunque credesse nel progetto a dare il suo contributo, grande o piccolo che fosse. La parte più progressista della città cominciò a dare il suo apporto in maniera concreta, a partire dagli studenti. La campagna di sensibilizzazione stava oramai assumendo gli aspetti di una crociata popolare. Spettacoli teatrali, feste, eventi sportivi, serate danzanti, erano organizzati a ripetizione.

Fuochi d'artificio per l'inaugurazione della Statua della Libertà nel 1886
Il risultato più importante Pulitzer lo raccolse però nel mondo editoriale.
I giornali di altre città, e i loro lettori, avevano compreso il significato universale della statua ed iniziarono anch'essi a sostenere la ricostruzione dell'opera. Alla fine di aprile del 1886, tra le tante riproduzioni della statua fino ad allora realizzate, una accese la fantasia dei passanti della Broadway, all'incrocio con l'undicesima strada. Lì, nel negozio di mister McCreery era esposta la follia d'autore di A. Bougere, un artista di New Orleans.
Una Statua della Libertà tutta di seta, il cui drappeggio, grazie all'uso di 15.000 spilli e quattro mesi di lavoro, riproduceva esattamente le fattezze della Libertà.
La stravagante creazione valse all'autore una medaglia d'oro all'Expo di New Orleans e testimoniava il crescente interesse verso l'opera, ma soprattutto il diffuso desiderio di vederla finalmente troneggiare nella baia.

L'invito alla cerimonia d'inaugurazione
Pochi giorni dopo, l'11 maggio del 1886, la sottoscrizione lanciata da Pulitzer raggiunse l'obiettivo. Nelle casse c'erano i 100.000 dollari necessari e il comitato promotore americano annunciò l'inizio dei lavori del piedistallo, disegnato da Richard Morris Hunt, grande architetto americano di scuola classica, legato anch'egli in qualche modo alla Francia, essendo stato in gioventù il primo studente proveniente dagli USA ad essere accettato all'Accademia delle Belle Arti di Parigi.

Il piedistallo progettato da Richard Morris

I lavori proseguirono senza più interruzioni, e il 28 ottobre del 1886, alla presenza di un raggiante Bartholdi, La Libertà Che Illumina Il Mondo venne inaugurata dal presidente Grover Cleveland.
La cerimonia fu grandiosa.

28 ottobre 1886: La Statua è ormai patrimonio della storia di New York City
Le acque circostanti erano presidiate da un corteo navale con a capo il Tennessee del capitano Boyd affiancato dalla corazzata francese La Minerva. I colpi di quindici cannoni salutarono la statua.
I presenti che avevano tutti ricevuto una lettera di invito, vennero riaccompagnati in città prima della sera, dove almeno 35 organizzazioni avevano sfilato in parate lungo la Broadway e la Fifth Avenue.
La delegazione francese fu accolta dallo staff del ristorante Del Monico, il più famoso di Manhattan e i festeggiamenti continuarono sino a tarda notte con lo spettacolo di fuochi d'artificio sull'isola di Bedloe.
Decine di migliaia di persone affollarono il Ponte di Brooklyn, osservatorio privilegiato, per ammirare lo show pirotecnico ma, soprattutto, per puntare gli occhi sulla fiaccola della statua che, accesa dalle prodigiose lampade a luce elettrica fornite da un negozio sulla quarta strada, illuminerà il mondo.

Cartolina del 1910

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